San Lorenzo – 19 luglio 1943

Cadono le Bombe

lavoro realizzato dalla classe III E dell’IC Luigi Settembrini

San Lorenzo nasce fuori le mura all’inizio del XIX secolo.

Quartiere a forte impronta proletaria e popolare, le sue strade hanno i nomi dei popoli italici quasi a voler simboleggiare l’originaria composizione sociale dei primi abitanti della zona, provenienti dal sud e dal centro Italia.

La San Lorenzo di fine 800 era un luogo poco piacevole: condizioni igieniche precarie e degrado sociale lo rendevano un luogo poco raccomandabile dove un’umanità triste e violenta cercava di sopravvivere come poteva.

Nel corso degli anni la situazione migliora. Sorgono nuovi palazzi, aprono servizi di sostegno alla popolazione: la scuola Montessori, le suore Ausiliatrici, l’esercito della salvezza, l’orfanotrofio.

Si insediano fabbriche e botteghe artigiane: marmisti, ebanisti, scalpellini che lavorano per il cimitero del Verano, ma anche aziende come la vetreria Sciarra, la fabbrica del ghiaccio, il pastificio Cerere e la fabbrica della birra.

Oggi San Lorenzo è conosciuto come il quartiere degli studenti e della movida, ma è ancora possibile scorgere al suo interno le tracce della storia.

Il Bombardamento

La decisione di bombardare Roma viene presa nel 1943.

Finora la città era stata risparmiata poiché era simbolo della cristianità e sede del Pontefice, ma venne poi ritenuto inevitabile per cercare di far cedere Mussolini.

San Lorenzo fu il quartiere più colpito dal primo bombardamento degli alleati che bombardarono anche i quartieri Tiburtino, Prenestino, Casilino, Labicano, Tuscolano e Nomentano.

Nei giorni precedenti dei volantini annunciarono l’imminente operazione, ma i Romani non credevano che sarebbe potuto succedere.

Le bombe sganciate furono 4000, per un totale di circa 1060 tonnellate e provocarono 3000 morti e 4000 feriti solo a San Lorenzo.

Nel bombardamento di San Lorenzo s’intrecciano storie e vite. Noi abbiamo scelto di raccontare in particolare, la storia di una donna e della sua famiglia, sulla cui quotidiana normalità all’improvviso, in una calda mattina d’estate piovono le bombe.

La famiglia Tomasetti abitava a Via dei Vestini nel Palazzo Moroni nella parte Nord di San Lorenzo nei pressi della Città Universitaria.

Il palazzo distrutto dai bombardamenti e poi riedificato oggi non esiste più, ne stanno ricostruendo uno nuovo.

Serafino, detto Nannino il cassamortaro, aveva sposato Margherita, detta la Napoletana, da cui aveva avuto cinque figli: Lucia, Renato, Luigi, Luigi ed Elvira detta Bibbi.

Bibbi quel 19 luglio del 1943 aveva appena 33 giorni. Aveva iniziato a sentire le sirene già nella pancia della mamma.

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Lucia quel giorno si era recata all’anagrafe a registrare la sorellina e stava attendendo il tram per tornare a casa. Suonano le sirene. Tutti scappano verso i rifugi e la invitano a fare altrettanto.

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La ragazza prosegue il suo cammino cercando di raggiungere casa, pensa di chiedere informazioni ad una sentinella ma …

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Gli occhi di Lucia guardano un orrore senza fine: palazzi distrutti, corpi mutilati di uomini e animali le imprimeranno nella memoria visiva e olfattiva segni indelebili.

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La guerra mostra il lato crudele dell’umanità, eppure, anche in momenti così disperati, un barlume di solidarietà rischiara il più fosco degli orizzonti.

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Come può cambiare all’improvviso la vita di tanti poveri innocenti, vittime della follia degli uomini …

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In piazza dei Sanniti una bomba centra il palazzo dove si trova il ristorante Pomodoro, in seguito frequentato da Pasolini. Muoiono oltre cento persone.

“Nannino lungo via De Lollis scorge una folla enorme. C’è chi dice che è il Papa, altri pensano a un gerarca fascista. Alcuni applaudono, da dalle retrovie, fra quelli che scavano, si levano maledizioni, non indirizzate al Papa; su questo episodio Nannino non ha mai dato una sua versione.”

Pare che la foto vera sia questa in realtà …

Oggi quelle ferite sono diventate cicatrici che restano lì a ricordare il dolore di migliaia di vite spezzate …

“Il palazzo di via degli Equi, dove era stato organizzato il rinfresco per il matrimonio, viene centrato dalle bombe e quasi tutti quelli che non sono scappati, compresi gli sposi, rimarranno sepolti sotto le rovine.”
Foto  17 – da trovare
“A via dei Sabelli una bomba colpisce l’orfanotrofio: periscono 78 creature e 6 suore.”

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I segni della guerra non sono solo ferite del corpo, ma anche dell’anima e determinano i destini delle persone, ma Lucia e i suoi fratelli non si sono persi d’animo nonostante tutto.


Raccontate queste storie! Ha detto Lucia.

E noi abbiamo cercato di farlo…

classe III E