Intervista a Maurizio Giannini

Intervista all’autore MAURIZIO GIANNINI

– Da dove è nata l’idea di scrivere un racconto sulla salvaguardia dell’ambiente, tematica molto attuale?

La storia che ho raccontato si ispira a un fatto davvero accaduto, un’amicizia tra un bambino e un delfino, di cui parla lo scrittore cileno Luis Sepúlveda nel suo libro Patagonia express. Questa storia mi colpì molto e decisi di raccontarla a modo mio, cambiando il finale e aggiungendo molte situazioni e personaggi dettati dalla mia fantasia. Principalmente racconto la storia di un bambino affetto da autismo che incontra un delfino australe nella Terra del Fuoco, poi il racconto diventa una storia ecologica, con l’inquinamento del mare causato dal petrolio e la conseguente scomparsa del delfino australe.

– Prof. Giannini, cosa ne pensa dell’inquinamento ambientale?

Beh, ci sono tanti tipi di inquinamento. Quello del petrolio, che ho descritto io nel libro, è uno dei tanti ma per certi aspetti non è tra i peggiori, perché si può limitare con l’uso di solventi in grado di contenere e assorbire il petrolio. Ce ne sono di più gravi, come l’inquinamento atmosferico, che modifica le caratteristiche dell’atmosfera e dell’intero sistema del nostro pianeta e si ripercuote sulla salute dell’uomo.

– Il racconto è ambientato nella Terra del Fuoco, in Patagonia. Lei ha visitato questi luoghi? Se non li ha mai conosciuti, in che modo si è documentato sulla fauna ittica che viene dettagliatamente descritta nel libro?

No, purtroppo non sono mai andato in Patagonia, ma mi sono documentato attraverso il web con grande attenzione. Come avete potuto notare dalle illustrazioni di Giuseppe Guida, inserite nel libro, i delfini australi sono una specie particolare che vive solo nei mari australi della Terra del Fuoco. Sono diversi dai classici delfini, hanno un’altra “camicia”, infatti sono bianchi e neri, assomigliano alle orche marine, anche se queste sono enormi e piuttosto cattive. I delfini australi, invece, non sono di grandi dimensioni, mentre il loro comportamento è simile a quello degli altri delfini.

– Perché ha deciso di dedicare questo libro a Luis Sepúlveda, venuto a mancare a causa del Covid-19 nel 2020? Luis Sepúlveda è il suo modello di riferimento o il suo scrittore preferito?

Ho deciso di dedicare questo libro a Luis Sepúlveda perché quando ho saputo della sua morte mi è dispiaciuto tantissimo quasi come fosse un parente. Lo scrittore cileno è morto in Spagna il 16 aprile 2020 ed è stato uno dei primi a contrarre il Covid. Per questo libro è stato un modello di riferimento, ma per gli altri miei libri no. Sono stato un suo grande lettore, trovo meravigliose le storie che ha raccontato e mi piace molto come scrive.

– Perché ha scelto la Bisabuela come personaggio più saggio del romanzo

Ho scelto la Bisabuela perché è esistita veramente in Patagonia. L’anziana yàmana era l’ultima discendente di quelle tribù che vivevano un tempo nella Terra del Fuoco ed è deceduta recentemente, a febbraio scorso. L‘ho scelta anche perché è molto conosciuta, tanto che prima della sua morte molti giornalisti la intervistavano per farsi raccontare la sua discendenza. Tra l’altro nella vita reale mi sembra si chiamasse Cristina. Io, invece, nel libro ho scambiato i nomi, cioè ho dato il nome di Cristina alla nipote della Bisabuela.

– Ha trattato anche in altri libri la tematica dell’autismo e dell’inquinamento ambientale?

Si, ho trattato anche in altri libri queste tematiche, ovviamente in modo separato. Sull’autismo, per esempio, quest’ anno è uscito “La notte dell’unicorno”, che avevo pubblicato tanti anni fa e che è arrivato tra i finalisti al premio Bancarellino. Dell’ambiente invece ho parlato poco, solo nel libro dei Racconti, dove ho inserito il discorso ecologico, narrando la storia di una bambina che fa amicizia con una specie di lontra che scappa, perché vogliono catturarla per ricavarne la pelliccia, trattando, quindi, anche il tema della caccia, argomento a cui sono molto contrario.

– Il “Monumento de la Mano” esiste davvero o è frutto della sua fantasia?

Questo monumento esiste davvero, si trova in mezzo al mare a Puerto Natales, dove si possono osservare queste dita mozzate che emergono dall’acqua. Io lo trovo un monumento abbastanza inquietante.

– A che età ha scritto il suo primo racconto?

Quando ho scritto il mio primo libro avevo più o meno 33/34 anni, era nell’85 . All’inizio non scrivevo benissimo, infatti ho riscritto e ripubblicato molti miei libri, perfezionando in seguito linguaggio e dettagli.

-Come è nata la passione per la scrittura e quali sensazioni le procura? Ha mai vinto dei premi? Se sì, quali?

La mia passione per la scrittura è nata più o meno quando avevo la vostra età, dodici anni, cioè quando ho cominciato a scrivere il mio diario, che era un quaderno a imitazione di quello di Gian Burrasca, dove oltre a scrivere, raccontavo con umorismo ciò che succedeva a casa mia. Fondamentalmente adesso scrivo con più facilità, provo più soddisfazione nello scrivere e nell’aver realizzato il romanzo. Quando scrivo un libro non lo faccio per il mio piacere ma per i lettori, soprattutto per voi ragazzi.  Sono dell’idea che a scuola si imparano solo le basi della scrittura; infatti, io ho imparato a scrivere grazie alla costante lettura. Ho vinto tanti premi e alcuni libri hanno ottenuto riconoscimenti e premi importanti, come il Bancarellino, il Lunigiana e il Giovanni Arpino.  Il delfino di Miguel  ha partecipato al Bancarellino.

Aurora G.

                                                                                                                             Martina C.

                                                                                                                             Samuele L.

                                                                                                                             Francesco M.

                                                                                                                              Michele N.

                                                                                                                              Ginevra  S.

                                                                                                                              Luan  D.